Riabilitazione post-chirurgica spalla instabile
Premessa
I pazienti sottoposti a chirurgia per instabilità di spalla sono persone cha hanno spesso una lunga storia clinica alle spalle, fatta di plurime lussazioni e dolore cronico. In queste situazioni molteplici sono i meccanismi inibitori che si attivano per proteggere l’articolazione. Il compito del terapista è quello di ripristinare il massimo della funzionalità della spalla e di riportare in campo o alle attività quotidiane la persona o l’atleta. In base al tipo di intervento eseguito, artroscopico oppure chirurgia a cielo aperto, si imposterà un trattamento basato su quattro fasi.
Fase 1
Mantenere il tutore per 4 settimane.L’uso del tutore con un supporto in abduzione è una scelta comune per ottenere una posizione più ottimale dell’arto operato sul piano scapolare a circa 30° di abduzione.In questa fase può essere rimosso il tutore per lavarsi, vestirsi e per effettuare gli esercizi. Si sconsiglia di guidare ed usare il pc.
Fase 2
E’ caratterizzata da un progressivo recupero della mobilità passiva. Cautela in abduzione per le lesioni Bankart poiché nel movimento di abduzione fino a 90 gradi il legamento gleno-omerale inferiore agisce da freno alla traslazione anteriore di omero come riportato dallo studio di O’brien e collaboratori. Evitare extrarotazione oltre i 45 gradi con braccio aderente al corpo fino a 45 giorni, infatti Black e collaboratori hanno riscontrato come dopo i 45 gradi di extrarotazione e 0 gradi di abduzione aumenti notevolmente la tensione capsulare anteriore mentre nei primi 45 gradi vi è una zona di bassa tensione sulla medesima struttura. Rinforzo dei muscoli fissatori di scapola, in particolare: serrato anteriore e trapezio inferiore, così come i muscoli che consento la corretta rotazione verso l’alto della scapola e la stabilizzazione della stessa durante l’elevazione del braccio.E’ utile in questa fase svolgere degli esercizi posturali e di core stability. Infine è importante il recupero della mobilità attiva in flessione.
Fase 3
Caratterizzata da recupero della mobilità attiva su tutti i piani (abduzione, rotazione interna ed esterna). Il recupero della rotazione esterna deve essere eseguita dapprima a 30 – 45 gradi di abduzione e dopo le 8 settimane a 90 gradi di abduzione, infatti, lo stress sulla capsula antero-inferiore passa da 5.3 N sine abduzione, a 17.7 N con abduzione, come dimostra uno studio di Penna e collaboratori. E’ importante il rinforzo dei fissatori di scapola e il reclutamento della cuffia dei rotatori con esercizi isometrici prima e isotonici poi. Attendere 8 settimane prima di riattivare il sottoscapolare.Evitare la rotazione interna, i movimenti in adduzione ed esercizi di spinta come la panca piana.Iniziare la rotazione interna solo dopo due mesi dall’interventoE’ utile fare esercizi posturali e di core stability. Core stability
Fase 4
Caratterizzata dal rinforzo della cuffia dei rotatori a vari gradi di movimento compreso il sottoscapolare anche con esercizi pliometrici (per ultimo con braccio abdotto a 90 ed extaruotato).
Introdurre propriocezione in scarico prima e in carico dopo, così come:
- Core stability
- Ritorno in campo
- Functional training
- Allenamento gesto specifico
- Recupero elasticità degli ultimi gradi di movimento
- Passaggio di consegne al personal trainer
La decisione di ritornare in campo è una scelta sempre molto difficile che deve essere ponderata considerando vari aspetti:
- Età del paziente
- Segni visibili e Sintomi che manifesta il paziente
- La storia medica personale
- Il superamento di test specifici
- Tipo di sport effettuato
- La posizione di gioco e la dominanza di arto
- Il livello dell’atleta
- La situazione psicologica
- Il periodo della stagione in cui l’atleta si trova
- Il desiderio del paziente di tornare in campo
- Le pressioni della società e i conflitti di interesse
Le caratteristiche di un programma specifico per il tennis include l’alternanza dei giorni di allenamento, così come graduale progressione di intensità e ripetizione del gesto atletico.Per quanto riguarda gli intervalli di allenamento nel ritorno all’attività sportiva del tennis, è indicato l’utilizzo iniziale di una palla di spugna con la progressiva successione ad una palla a bassa compressione. Queste palline da tennis sono consigliate durante la fase iniziale del rientro in campo e sono pensate per produrre un minor stress da impatto e per migliorare la tolleranza del paziente nella fase iniziale tennis-specifica.
