Riabilitazione spalla dell’altleta
La spalla dell’atleta è una condizione complessa, da approcciare con una visione d’insieme del corpo . Il trattamento riabilitativo si pone l’obiettivo di ripristinare la funzionalità della spalla e consentire il ritorno pre-infortunio. Dopo aver effettuato una accurata valutazione biomeccanica partendo dagli arti inferiori per poi passare al bacino, al rachide e in ultimo alla spalla, si inizia la valutazione funzionale della spalla comprendente mobilità, reclutamento muscolare, forza e controllo propriocettivo. Stilata la valutazione si imposta un progetto riabilitativo paziente specifico volto a ripristinare le principali disfunzione osservate e a recuperare la piena funzionalità.
FUNZIONALIZZAZIONE
Nella prima fase si effettuano delle manipolazione con lo scopo di funzionalizzare il corpo e portare ,grazie un rilascio mio-fasciale, ad un nuovo equilibrio neuromotorio. In questo modo si riducono le tensioni agenti sulle articolazioni e si cerca di dare stimoli correttivi a livello posturale riducendo tutte le forze ascendenti e discendenti che agiscono collateralmente sulla spalla.
CONTROLLO POSTURALE E RANGE OF MOTION
Eseguita la funzionalizzazione iniziale si procede con due obiettivi da far progredire in parallelo; il primo è il lavoro di controllo delle catene di attivazione e di fissazione muscolare degli arti inferiori, di tronco,addome e dei fissatori di scapola. Il secondo è il lavoro di recupero dell’elastcità della capsula posteriore e il recupero del range of motion (ossia della mobilità articolare) soprattutto in intra-rotazione persa a causa dell’ispessimento della struttura capsulare. Questo lavoro inziale è fondamentale per l’atleta con patologia di spalla infatti come dimostra Burkhart la forza erogata dalla spalla nel gesto del servizio nel tennis deriva solamente in minima parte dai muscoli della cuffia dei rotatori e della scapola ( 21%) piu’ del 54% nasce dalla forza erogata dai muscoli delle gambe e tronco.
DISCINESIE SCAPOLARI
Avere un ottimo equilibrio muscolare di arti inferiori e del core consente la progressione al terzo obiettivo ossia il lavoro di correzione delle discinesie scapolari descritte da Kibler come SICK scapula. Recentemente alcuni autori tra cui Lewis e Ginn hanno criticato questo concetto espresso da Kibler di discinesia scapolare ritenendo di osservare anomalie di simmetria e di posizionamento delle scapole anche in pazienti asintomatici. infatti alcuni studiano rilevano una mancata relazione fra disfunzioni scapolari e dolore di spalla, mentre altri identificano la discinesia scapolare come possibile fattore di rischio del dolore cronico di spalla negli atleti overhead. Queste valutazioni sono da tenere in considerazione perché ci ricordano che noi non ricerchiamo la simmetria bensi’ la funzionalità della scapola e della spalla.
RAFFORZAMENTO CUFFIA DEI ROTATORI
Per quanto riguarda la forza dei muscoli della cuffia dei rotatori, è noto che gli atleti overhead, ossia tutti gli atleti che mantengno ripetutamente il braccio sopra la testa, mostrano spesso adattamenti sport specifici che portano ad una riduzione della forza dei rotatori esterni e di conseguenza ad uno squilibrio muscolare a livello deli muscoli della cuffia dei rotatori. La valutazione viene effettuata attraverso dinamometro utilizzando un protocollo valutativo. Raggiunti i tre obiettivi sopra descritti si puo’ inziare il rafforzamento della cuffia dei rotatori con varie modalità di rinforzo nei vari gradi di movimento per centrare la testa omerale e ridurre il meccanismo di postero-superiorizzazione della testa omerale. Questo meccanismo richiede tempo e costanza nell’eseguire gli esercizi assegnati, infatti solo cosi’ si riescono a produrre risultati duraturi.
CONTROLLO PROPRIOCETTIVO
Simmetrizzata la forza tra le due spalle si imposta il lavoro propriocettivo e di controllo basato su esercizi funzionali di progressiva difficoltà che andranno sempre piu verso la direzione dell’allenamento gesto e sport specifico.
RETURN TO PLAY
La decisione di ritornare in campo è una scelta sempre molto difficile che deve essere ponderata considerando vari aspetti:
- Il superamento di test specifici
- Età del paziente
- Segni visibili e Sintomi che manifesta il paziente
- La storia medica personale
- Tipo di sport effettuato
- La posizione di gioco e la dominanza di arto
- Il livello dell’atleta (amatore, professionista..)
- La situazione psicologica
- Il periodo della stagione in cui l’atleta si trova
- Il desiderio del paziente di tornare in campo
- Le pressioni della società e i conflitti di interesse ( finanziari)
Nel tennis il programma di ritorno in campo include l’alternanza dei giorni di allenamento, così come graduale progressione di intensità e ripetizione del gesto atletico . E’ indicato l’utilizzo iniziale di una palla di spugna con la progressiva successione ad una palla a bassa compressione. Queste palline da tennis sono consigliate durante la fase iniziale del rientro in campo e sono pensate per produrre un minor stress da impatto e per migliorare la tolleranza del paziente nella fase iniziale tennis-specifica.
CONCLUSIONI
La riabilitazione della spalla dell’atleta puo’ durare dai 4 ai 6 mesi, il paziente nel corso della riabilitazione perderà la sensazione di debolezza e di arto morto (come venne descritta per primo da Burkhart) e si ridurrano i crepitii che sovente si avvertono in questo tipo di patologia. Recenti studi dimostrano come il 70 % degli atleti non professionisti riesca a curare con approccio conservativo questa condizione mentre per i professionisti la percentuale scende al 60% tuttavia i risultati che abbiamo ottenuto in questi anni di lavoro sono nettamente migliori. La nostra passione per lo sport e per la spalla ci porta a studiare e ricercare sempre nuove strategie ed esercizi che costantemente applichiamo sui nostri atleti.
